Scuola Primaria "Neria Secchi" - Intervista allo scrittore Matteo Razzini
Gli alunni delle classi 5A e 5C intervistano lo scrittore Matteo Razzini
"Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo." (Gianni Rodari)
Come già documentato nel sito del nostro Istituto, lo scorso 29 maggio lo scrittore Matteo Razzini, papà di un alunno frequentante la Scuola Secchi, ha vinto il 43° Premio H. C. Andersen Baia delle Favole, con la fiaba "Esco così mi perdo", il prestigioso Premio letterario per fiabe inedite.
La notizia era rimbalzata online ad esempio nella seguente pagina o altre reperibili attraverso un motore di ricerca.
Nell'ambito delle attività culturali in biblioteca, gli alunni, guidati dalle loro insegnanti, hanno intervistato lo scrittore Razzini, riportando interessanti risposte che hanno arricchito il loro amore alla lettura.
- Si aspettava di vincere?
Sapete mantenere un segreto? Io al premio Andersen ho partecipato per scherzo! Avevo partecipato ad altri concorsi letterari, mai al premio Andersen.
Volete sapere come è successo? Ero solo in casa mia, sul divano; era un noioso pomeriggio e io ho cominciato a sfogliare un giornale vecchio di tre anni,che parlava della Liguria, ho letto su questa rivista che il premio più prestigioso della Liguria era un premio internazionale: il premio Andersen. Ho pensato " ma va "! Ho chiuso il giornale, sono andato giù in taverna, ho preso un foglio e ho cominciato a scrivere. Così è nato il racconto. Non mi aspettavo assolutamente di vincere, c'erano 1600 persone che partecipavano… " ma vuoi che Pedalino venga scelto? E' un calzino, chi se lo piglia un calzino spaiato" pensavo. Invece l'hanno scelto.
- Di che cosa parla la sua storia?
La storia narra di un calzino, Pedalino, che nasce in un ambiente regale, ci sono un re e una regina molto ligi alle loro convenzioni. Pedalino non si riconosce in questo ambiente, non si sente bene perché non amato, così decide di scappare per trovare la sua strada.
- Quale è stata la molla che ha fatto scattare l'idea di scrivere la sua storia? L'ha costruita velocemente oppure lentamente, pezzo per pezzo?
Questa domanda mi permette di dirvi che la fantasia non si usa solo per scrivere, ma si può usare in tante situazioni: quando suonate, quando giocate, anche quando studiate.
Scrivere è come avere davanti un prato grandissimo… chi lo può dire dove spunterà una margherita? Sarà proprio una margherita oppure un tulipano? In quale parte spunterà? Non lo può sapere nessuno. La fantasia è così, l'immaginazione arriva, fa spuntare un piccolo fiore, un'idea. Pian piano quell'idea cresce, come lo stelo di una margherita, prima curvo poi lentamente si solleva, apre la corolla e diventa un bel fiore che profuma quando è finita la storia. L'immaginazione nasce così. Anche l'esercizio è importante: bisogna conoscere l'italiano, essere informati, fare ricerche.
- Quale dei personaggi della sua storia ama di più e perché?
Potrebbe essere Pedalino perché l'ho visto crescere e l'ho trasformato anche in un burattino, però io sono innamorato di Ozi il gran duca di Soccus perché lui è veramente il cattivo della storia.
- Ti sei divertito a scrivere questa fiaba?
Ma certo! Io mi diverto tanto a scrivere le fiabe, perché quando scrivo mi immergo nelle storie, nei personaggi; così anche quando leggo: è come se mi tuffassi nelle pagine e nelle storie.
- Si è immedesimato in alcuni dei suoi personaggi?
Mi sono immedesimato in tutti i personaggi! Quando scrivi o leggi puoi essere tutti i personaggi che vuoi: il buono, il cattivo, il filo d'erba che guarda gli altri passare: è il bello della narrazione.
- Si è ispirato a qualcosa per scrivere la sua storia?
Mi sono ispirato al calzino e alla ricerca delle calzature. Tutti i nomi della storia sono ispirati a questa ricerca, es Damasco è anche un tessuto.
- L'ha scritta di getto la storia?
E' una fiaba corta perché per i concorsi bisogna attenersi a dei regolamenti, non potevo fare una fiaba più lunga di tre pagine dattiloscritte. Questa storia, come tutte le idee che arrivano a ciel sereno come le folgori, è nata in mezz'ora.
- Ha pensato di usare un linguaggio semplice, adatto ai bambini, o ha dovuto semplificarlo dopo?
Io scrivo per i bambini e devo sempre cercare di pensare che età hanno i bambini per cui scrivo. Ho usato un linguaggio un pochino più ricco per questo racconto, soprattutto con i nomi dei personaggi per dare un po' di spessore, per rendere la storia più accattivante.
- Quando scrive usa la prima o la terza persona?
Tutte e due, dipende dal racconto. La narrazione è sempre in prima persona perché io divento tutti quanti, nel momento in cui prendo un oggetto io sono lui.
- Come è nata la passione per la scrittura?
In seconda media ho cominciato a suonare, ma la cosa che più mi appassionava era riscrivere i testi delle canzoni; poi sono diventato autore dei testi e man mano che crescevo e studiavo mi appassionavo sempre più. Ho poi iniziato a scrivere poesie e pian piano sono passato alla scrittura. La scrittura per l'infanzia è arrivata in concomitanza alla nascita dei miei figli, avevo l'esigenza di raccontare loro delle favole.
- Quando ha cominciato a scrivere?
Ho iniziato a 14 anni.
- Che emozioni prova quando scrive?
Le stesse emozioni che vivono i personaggi della storia.
- La sua è una passione o un mestiere?
Magari fosse un mestiere figlia mia! E' il mio sogno nel cassetto.
- Scrive solo racconti o anche poesie?
Anche poesie.
- I suoi libri si rivolgono solo ai bambini o anche agli adulti?
Principalmente ai bambini, però ho scritto anche qualcosa per gli adulti in poesia.
- Da piccolo leggeva molto?
I miei genitori lavoravano molto ed erano sempre fuori casa, io rimanevo da solo e avevo proprio "fame di fantasia". Leggevo molto e mi creavo le storie da solo.
- Quanti libri hai letto?
Sai che non lo so! Tanti!
- Ha altre passioni nella vita?
La musica, i bambini (faccio anche animazioni per loro ) e poi mi piace giocare a bocce. Amo tantissimo inoltre il gioco dei tappini.
- Perché si è voluto iscrivere al premio Andersen?
Così, per scherzo.
- Ha vinto altri premi?
Si di poesia.
- Per quale motivo la sua storia ha vinto il premio?
Vi dico la motivazione dei giudici perché me la ricordo a memoria: fiaba dall'apparente non sens, rivela ricercatezza e intrigo narrativo, fa emergere in modo brioso l'unicità del protagonista.
- Ha avuto qualche consiglio o ha fatto da solo?
Ho fatto da solo. Quando scrivi, come quando fai i compiti, devi fare da solo. Se mi fossi fatto aiutare avrei poi dovuto dividere il premio con altri!
- Ha preso spunto da altri libri?
Le tematiche della mia storia si trovano in tanti libri. Una di quelle che mi piace di più è questa:"l'essenziale è invisibile agli occhi". Quello che ci serve non è quello che tocchiamo, che vediamo. Pedalino era cresciuto in un ambiente dove poteva avere tutti gli oggetti che voleva, eppure lui cercava l'unica cosa che lì non riusciva ad avere, ma la più importante: l'amore, L'amore non lo puoi vedere o toccare ma è la cosa più grande di tutto l'universo.
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